In occasione della giornata mondiale del rifugiato, si è svolto a Strasburgo, presso la sede del consiglio d’Europa, in Francia, il secondo seminario pilota nel quadro del progetto denominato “Minori non accompagnati: come proteggere in maniera efficace i soggetti più vulnerabili”? Un evento la cui finalità prevede non solo la sensibilizzazione diffusa su un argomento di stringente attualità, ma anche la creazione di un’Accademia del Consiglio d’Europa per la leadership democratica per soggetti provenienti da comunità di rifugiati. A rappresentare l’Italia, in questa sessione di incontri, è stata l’Associazione Salam, l’ong tarantina che ormai da dieci anni opera per favorire l’integrazione di numerosi migranti presenti sul nostro territorio e per cooperare allo sviluppo dei paesi più poveri con dei progetti mirati, anche in zone difficili e dilaniate da conflitti (attualmente in Iraq, Yemen e Niger). Dopo i numerosi interventi che si sono alternati nella prestigiosa cornice del Consiglio d’Europa è emersa oltre alla volontà di affrontare con decisione questa emergenza, anche la disparità di risorse con le quali le varie ong dei paesi membri sono costrette ad operare. In gran parte del nostro continente, infatti, alle associazioni che si occupano di integrazione e cooperazione viene riconosciuto un ruolo di primaria importanza, non solo a livello istituzionale, ma anche dalla società civile. Il lavoro degli operatori delle organizzazioni non governative viene valorizzato e considerato indispensabile, e valutato per l’importanza che riveste. In Italia, spesso ciò non accade, sminuendo i notevoli sacrifici entro i quali tali associazioni sono costrette a districarsi. Una evidente disparità anche economica, che privilegia taluni paesi europei a discapito di altri (tra cui l’Italia) che, invece, nonostante l’operosità, sono costretti a lavorare sempre con l’acqua alla gola.