Continua la rassegna “Taranto legge” organizzata dalla omonima rete Scuola – Territorio , costituita dagli Istituti superiori Archita, Aristosseno, Ferraris – Quinto Ennio , Principessa Maria Pia e Pitagora e, come partners del Territorio, da Comune di Taranto, UISP, Presidio del Libro di Leporano, Libreria Mondadori, Associazione "Donnasud".
Sabato 06 aprile alle ore 10., presso il Teatro “Emanuele Basile”, auditorium del Pitagora, Via Pupino, la scrittrice e giornalista Ritanna Armeni presenterà a 200 ragazzi il suo libro “Una donna può tutto”. Dialogherà con la scrittrice l'animatrice culturale Tiziana Magrì.
Ritanna Armeni diventò giornalista professionista nel 1976 e, in seguito, redattrice di Noi donne, per poi collaborare alla nascita del quotidiano Il manifesto. I suoi successivi incarichi giornalistici furono per conto de Il Mondo, vari telegiornali e radiogiornali Rai, Rassegna Sindacale e Rinascita, per poi approdare al quotidiano l'Unità. Collabora con il Corriere della Sera Magazine e, in qualità di editorialista, con il quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione. Dal 2004 al 2008 ha condotto, assieme a Giuliano Ferrara, Otto e mezzo, in onda su La7. Attualmente collabora con Il Riformista e RED TV e la rivista Rocca.
In tanti conoscono le vicende di Amelia Earhart, pilota americana che perde la vita nel tentativo di compiere una trasvolata intorno al mondo nel 1937; pochi conoscono invece la storia di Marina Raskova, Marya Smirnova, Evgenija Rudneva, Irina Rakobolskaja, Tat’jana Petrovna, Nina Zacharovna, Raisa Ermolaevna, Vera Luk’janovna, Antonina Fëdorovna, Rufina Sergeevna, Evdokia Bershanskaya, Ol’ga Aleksandrovna, Evgenija Andreevna, Irina Fëdorovna, Maguba Gusejnovna, Marina Pavlovna, che pilotando i propri apparecchi inflissero pesanti perdite alle forze dell’Asse in Unione Sovietica e conquistarono un ruolo di primo piano nella battaglia contro il Terzo Reich. Molte di loro non fecero ritorno a casa, venendo abbattute e bruciando assieme ai propri velivoli. Ritanna Armeni attraverso una lunga intervista a Irina Rakobolskaja, 96 anni, vice comandante del 588° reggimento, con grande sensibilità ricostruisce la storia poco conosciuta di queste donne coraggiose che non rimasero ad aspettare a casa il ritorno dei loro padri, fidanzati o mariti e che, contro i pregiudizi degli uomini e del tempo, con grande valore dimostrarono la loro voglia di riscatto. La loro battaglia comincia ben prima di alzarsi in volo e continua dopo la vittoria. Prende avvio nei corridoi del Cremlino, prosegue nei duri mesi di addestramento, si afferma nei cieli del Caucaso, si protrae con l’ostinata riproposizione di una memoria che la Storia al maschile vorrebbe cancellare. Il vero obiettivo di queste streghe della notte, come erano chiamate dai tedeschi, è l’emancipazione, la parità a tutti i costi con gli uomini. Il loro nemico, prima ancora dei tedeschi, è il pregiudizio, la diffidenza dei loro compagni, l’oblio in cui vorrebbero confinarle.