Esattamente un anno fa, lo scorso 13 aprile, ci salutava il grande maestro pizzaiolo Domenico Ricci. Il ricordo del figlio Tiziano
Lo scorso 13 aprile ci lasciava il grande maestro pizzaiolo Domenico Ricci, che tutti conoscevano come “Dino”.
E' già trascorso un anno e ancora c’è chi stenta a credere che non sia più con noi.
Non fu possibile neanche dargli l’ultimo saluto poiché a causa delle folli restrizioni non si potevano celebrare i funerali, ragion per cui il dolore e lo stupore hanno fatto ancor più rumore.
Dino fu ricoverato i primi di aprile all’ospedale Moscati a causa del maledetto COVID, le sue condizioni sembravano stabilizzarsi quando - a detta del figlio Tiziano - dopo aver fatto analizzare la cartella clinica, all’improvviso, negli ultimi due giorni, ci fu uno strano aggravamento delle sue condizioni cliniche, probabilmente dovuto al subentro di un batterio che proprio in quegli ambienti sterili ospedalieri non ci sarebbe dovuto essere.
Ancora oggi il figlio Tiziano, rivoltosi a grossi professori italiani ben fuori dalla nostra Regione, attende una perizia definitiva della cartella clinica del padre per poter avere chiarezza e nel caso chiedere giustizia se furono commessi errori: purtroppo la realtà è che "non c’è rassegnazione ad una morte così improvvisa", questa è la frase che Tiziano scrive su un commovente messaggio dedicato al papà, scritto sulle sue pagine social.
Probabilmente non esiste un tarantino che non abbia mangiato una pizza da Dino sotto i portici in viale Magna Grecia: il "signor Ricci" iniziò a lavorare a 13 anni ed è stato in attività fino al 2017, per poi fermarsi a causa di un delicato intervento alla spina dorsale. E' stato uno dei più longevi maestri pizzaioli in attività in tutta la Puglia, ricevette l’Aquila d’oro come maestro del commercio nel 2019... insomma, era veramente un grande lavoratore che ha dedicato in maniera esemplare tutta la sua vita dedita al lavoro e ai sacrifici.
Ancora oggi la “Pizzeria ai Portici da Ricci dal 1963”, situata in Viale Magna Grecia 277/279, rimane una delle più storiche ed importanti pizzerie di tutta Taranto, un punto di riferimento che viene caratterizzato dalla tradizione e dalle tecniche semplici e storiche che vengono utilizzate per realizzare i prodotti e gli impasti genuini, ma sopratutto dall’ottima gestione familiare che oggi ormai porta avanti il figlio, Tiziano Ricci insieme a tutti i sui fidatissimi collaboratori.
"Mio padre non ha mai voluto partecipare a nessun concorso perché diceva che erano tutti finti premi - racconta il figlio Tiziano - ma nonostante ciò era conosciuto e stimato anche a livello nazionale, amava fare le cose alla vecchia maniera e diceva che bisogna dimostrare di essere i migliori solo sul campo, lavorando sodo. Io rappresento la terza generazione e sicuramente non sarò mai come lui: papà era unico, ma di sicuro cercherò di portare alto il suo nome e il suo ricordo offrendo ai nostri clienti sempre prodotti di alta qualità realizzati secondo le nostre usanze e tradizioni e facendo crescere sempre di più le mie attività. La mia forza ora è mio figlio Mattia, la 4ª generazione, non posso deludere neanche lui".
E' già trascorso un anno e ancora c’è chi stenta a credere che non sia più con noi.
Non fu possibile neanche dargli l’ultimo saluto poiché a causa delle folli restrizioni non si potevano celebrare i funerali, ragion per cui il dolore e lo stupore hanno fatto ancor più rumore.
Dino fu ricoverato i primi di aprile all’ospedale Moscati a causa del maledetto COVID, le sue condizioni sembravano stabilizzarsi quando - a detta del figlio Tiziano - dopo aver fatto analizzare la cartella clinica, all’improvviso, negli ultimi due giorni, ci fu uno strano aggravamento delle sue condizioni cliniche, probabilmente dovuto al subentro di un batterio che proprio in quegli ambienti sterili ospedalieri non ci sarebbe dovuto essere.
Ancora oggi il figlio Tiziano, rivoltosi a grossi professori italiani ben fuori dalla nostra Regione, attende una perizia definitiva della cartella clinica del padre per poter avere chiarezza e nel caso chiedere giustizia se furono commessi errori: purtroppo la realtà è che "non c’è rassegnazione ad una morte così improvvisa", questa è la frase che Tiziano scrive su un commovente messaggio dedicato al papà, scritto sulle sue pagine social.
Probabilmente non esiste un tarantino che non abbia mangiato una pizza da Dino sotto i portici in viale Magna Grecia: il "signor Ricci" iniziò a lavorare a 13 anni ed è stato in attività fino al 2017, per poi fermarsi a causa di un delicato intervento alla spina dorsale. E' stato uno dei più longevi maestri pizzaioli in attività in tutta la Puglia, ricevette l’Aquila d’oro come maestro del commercio nel 2019... insomma, era veramente un grande lavoratore che ha dedicato in maniera esemplare tutta la sua vita dedita al lavoro e ai sacrifici.
Ancora oggi la “Pizzeria ai Portici da Ricci dal 1963”, situata in Viale Magna Grecia 277/279, rimane una delle più storiche ed importanti pizzerie di tutta Taranto, un punto di riferimento che viene caratterizzato dalla tradizione e dalle tecniche semplici e storiche che vengono utilizzate per realizzare i prodotti e gli impasti genuini, ma sopratutto dall’ottima gestione familiare che oggi ormai porta avanti il figlio, Tiziano Ricci insieme a tutti i sui fidatissimi collaboratori.
"Mio padre non ha mai voluto partecipare a nessun concorso perché diceva che erano tutti finti premi - racconta il figlio Tiziano - ma nonostante ciò era conosciuto e stimato anche a livello nazionale, amava fare le cose alla vecchia maniera e diceva che bisogna dimostrare di essere i migliori solo sul campo, lavorando sodo. Io rappresento la terza generazione e sicuramente non sarò mai come lui: papà era unico, ma di sicuro cercherò di portare alto il suo nome e il suo ricordo offrendo ai nostri clienti sempre prodotti di alta qualità realizzati secondo le nostre usanze e tradizioni e facendo crescere sempre di più le mie attività. La mia forza ora è mio figlio Mattia, la 4ª generazione, non posso deludere neanche lui".